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Preistoria

Nonostante il monte Tiriolo domini entrambi i versanti costieri, e nonostante l’esistenza di grotte all’interno dello stesso, la presenza dell’uomo in questa zona è attestata solo a partire dal Neolitico, ovvero dal VII – VI millennio a. C.; è a questo periodo, infatti, che risalgono i manufatti di ossidiana e alcune accette levigate, recuperati sul pianoro del monte. Essendo l’ossidiana una pietra vulcanica e vista l’assenza dsi vulcani immediatamente vicini al territorio, si ipotizza che una delle attività economiche fosse proprio il commercio di questo prezioso materiale, data, naturalmente la favorevolissima posizione geografica del polo commerciale.

Sulla base delle ricerche effettuate da alcuni studiosi – Lovisato, Foderaro, Topa – la vallata di Sovarico «prima che s’aprisse l’attuale piccola valle d’erosione, dovea essere acquitrinosa, una specie di stagno, che si prosciugò in un’epoca relativamente recente» [LOVISATO], per questo motivo qui sono stati ritrovati alcuni reperti risalenti all’età preistorica>>[LOVISATO]. A Donnu Pietru nel corso di una ricognizione di scavo vennero ritrovate «assieme a carboni, gli accennati avanzi di ossa ed il corno di cervo (Cervus Elaphus) lavorato» utilizzato «come strumento agricolo, che servisse cioè a smovere la terra» [FODERARO].

Un’altra accetta ritrovata in località Cuture risale all’Età del rame: sulla sua superficie si vedono tracce di picchiettatura, indice che il manufatto non era stato ultimato. All’età del Bronzo appartengono invece gli utensili in selce, altre asce e accette levigate, un punteruolo in osso ed una zappetta forata ricavata dal corno di un cervo.
Un frammento di ceramica detta “appeninica”, rinvenuto sul versante orientale del monte, appartiene all’età del Bronzo. Infine, la punta di lancia conservata presso l’Antiquarium risale all’età del Ferro.