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Il costume tradizionale

L’abito tradizionale della pacchiana si compone di nove pezzi. La sottoveste, detta “suttana”,è di lino bianco tagliata alla greca, ha una scollatura circolare con uno spacco a v che arriva sino a sotto i seni. All’altezza dei gomiti, cuciti o assicurati con un elastico, troviamo i manicotti in velo, pizzo, lino o seta. “U pannu”, sopravveste in lana pettinata, è di colore rosso sangue per le maritate e rosso velo di cipolle per le signorine. Il bordo superiore e inferiore è coperto da un nastro ricamato. A tener ferma la sopravveste è il corpetto a mezze maniche, detto “jippune”. Esso può essere di broccatello di seta nero, violetto, azzurro, nero, lavorato a rilievo; l’interno è rivestito di tela grezza rigida. Sulla scollatura è posto “u ricciu”, un colletto di seta organzina tessuta a velo oppure di tulle a rete molto sottile. Sulle stoffe del colletto si ricamavano motivi floreali contornati da fili d’oro lucente: le signorine lo portavano bianco senza ricami, le maritate nero e con sgargianti ricami di fili d’oro.
La sopragonna, chiamata “dubbriettu”, è un’ampia e lunga gonna blu scuro in cotonina semipesante, plissettata. Il bordo inferiore della gonna porta due nastri, l’uno cucito all’interno detto “fascia”, l’altro esterno, detto, appunto, “nastro”. Quest’ultimo è riccamente ricamato, mentre, solitamente, la “fascia” è in tinta unita. La pacchiana raccoglie la gonna sui glutei e la annoda, essa assume così la forma di una coda e viene appunto definita “a cuda”. La gonna è sciolta se la donna entra in Chiesa, segue una processione o è in lutto, in modo da coprire il rosso fuoco del panno. Sulla parte anteriore della gonna si trova un profondo spacco a v che consente alla donna di indossare la gonna, altrimenti troppo stretta. Lo spacco viene coperto dal grembiule, detto “mantisinu”, “haddale” o “sinale” in broccatello di seta o taffetà nero. Il copricapo è un velo in seta organzina o lino finissimo di cotone bianco, senza merletto per le signorine, nero e orlato di pizzo per le signore. Il copricapo è confezionato in maniera tale da lasciare ricadere all’esterno una specie di benda svolazzante detta “mendulatura”, il velo è fissato sul capo on uno spillone d’oro detto “spinguluni”. Un altro copricapo è “u traviersu” o “hjlindente”, un pezzo di stoffa rettangolare di seta crespa tinta di nero. Veniva indossato di traverso in modo da coprire il volto durante il periodo di lutto. U “scueddu” o “spaddieri” è uno scialletto di seta nera utilizzato anch’esso nel periodo del lutto, copriva spalle e petto e si incrociava ad x intorno alla vita. I manicotti che coprono la parte terminale delle maniche della sottana sono in seta organzina o in lino bianchissimo, orlati da un ricco e vaporoso pizzo lavorato al tombolo o all’uncinetto.
Completa l’abito il “vancale”, lo scialle di lana per l’inverno e di seta per l’estate, tessuto al telaio con un ordito che forma una trama caratteristica detta “a zanna”. Il fondo è di colore nero e attraversato orizzontalmente da strisce multicolori intervallate da losanghe e greche.

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