Età Romana
All’interno di un rinnovato clima di coesione economica e culturale si inserì la potenza conquistatrice di Roma: è ciò che suggerisce il ritrovamento di frammenti di intonaco e, soprattutto, quello di diverse monete di emissione romano-campane. Successivamente allo sbarco di Pirro ed al conseguente clima di incertezza politica, i Brettii furono costretti a cedere a Roma metà della Sila, subendo così un ulteriore colpo alla loro economia, che dalla pastorizia e dallo sfruttamento del legno traeva decisivi mezzi di sostentamento.
L’evento della II guerra punica (218-202 a.C.) rappresentò per i Brettii, frazionati nella politica e nel territorio, un’illusoria speranza di ribalta, ovvero l’occasione di liberarsi dal soffocante potere di Roma. L’esaurimento del centro brettio di Tiriolo è legato, probabilmente, all’emanazione del Senatusconsultum de Bacchanalibus del 186 a.C.
Nel 1640 «nel farsi le fondamenta» del palazzo del principe Giovan Battista Cigala-Doria, feudatario di Tiriolo, «Ritrovossi quivi vicino una tavoletta di bronzo alta un palmo e lunga un po-co di più, dove stava esarato un editto del Senato Romano, col quale si proibiva al popolo di Tiriolo esercitare li giuochi baccanali».