Territorio
Ubicato al centro dell’istmo di Catanzaro, il territorio di Tiriolo si eleva sui primi contrafforti del massiccio Silano (Selva bruzia) e segna il displuvio tra i fiumi Corace ed Amato. L’abitato si raggruppa su un crinale in posizione aperta e panoramica, con le case che scendono a schiera, inframmezzate da caratteristiche vie (vichi), che lasciano passare una sola persona per volta, indizio della loro funzione anche difensiva, e da piccole piazzette (rughe), luogo di socializzazione e d’incontro. Il panorama che si apre sulla depressione istmica abbraccia nelle giornate serene l’ampio golfo di Squillace. da Capo Colonne fino a Punta Stilo, i contrafforti delle Serre che degradano verso il mar Tirreno dove spiccano, al centro del golfo di S. Eufemia, la sagoma dello Stromboli cui fanno da corollario le isole Eolie e, se si è proprio fortunati, anche la punta innevata dell’Etna. Come tutti i crocevia della storia, grazie alla sua posizione strategica, il territorio è stato da sempre utilizzato dall’uomo per controllare il traffico delle merci ed il Veduta di TirioloL’erosione preferenziale dei fiumi ad esso paralleli, Corace a Est, Amato ad Ovest, gli ha dato una morfologia caratteristica a tronco di piramide a base rettangolare, che lo fa citare nei testi prototipi della geologia come catena e non come monte. passaggio degli uomini lungo la «via dell’istmo». La configurazione geologica dei luoghi richiama le grandi trasformazioni che, in milioni d’anni, hanno modellato la crosta terrestre fino all’attuale aspetto.
– Paleozoico (570 – 230 milioni d’anni fa) si riscontra negli scisti filladici di Monte Farinella, nei calcari cristallini del centro abitato e nei paragreiss e scisti biotici della contigua vallata che degrada verso il fiume Amato.
– Mesozoico (195 – 160 milioni d’anni fa) è rappresentato dalla formazione Giurassica che s’identifica in Monte Tiriolo. Recentemente alcuni studiosi, in base all’analisi delle rocce, hanno dimostrato come la composizione del calcare tiriolese sia identica a quello del massiccio Sardo-Corso.
– Cenozoico (65 – 2 milioni di anni fa), sono ascrivibili i conglomerati che formano gli attuali avvallamenti degradanti verso sud-est (Campo Monaci, Vala, Pratora), mentre una formazione di sabbia, argilla ed arenaria con notevole presenza di fossili interessa il centro di Rocca. All’inizio del secolo alcuni studiosi si sono occupati del giacimento metamorfico di contatto situato nella valle Donna Angelica, alle falde di Monte Tiriolo, descrivendo le numerose varietà di minerali presenti:
– Gahnite (Zn Al2 Od): minerale raro che si presenta in cristalli ottaedrici azzurro-scuro;
– Calcite: spatica bianca o azzurra;
– Granati: nella varietà Almandino e Grossularia (incolore, e giallina);
– Miche: nella varietà Muscovite e Siderofillite;
– Quarzo; Pirite;
– Spinelli: nei colori azzurro e verde;
– Vesuvianite: in cristallini bruni. Veduta sul tirrenoUtilizzate sicuramente in passato come rifugio dell’uomo preistorico (numerosi utensili in selce scheggiata si rinvengono in prossimità degli anfratti). Morfologicamente il territorio si presenta molto accidentato, costituito per lo più da valli profonde con fianchi ripidi e frastagliati che s’incuneano e s’intersecano tra loro incisi da piccoli corsi d’acqua a carattere prevalentemente stagionale, che alimentano i Fiumi Amato e Corace. I rilievi maggiori sono costituiti da Monte Tiriolo (848 Mt. s.l.m.) e Monte Farinella (802 Mt. s.l.m.). Il ridotto numero d’altopiani, utilizzati per lo più a scopo insediativi, ha limitato lo sfruttamento agricolo a colture tipicamente mediterranee: olivo, vite, castagne, grano, ecc. Le colture arboree, introdotte nell’ultimo cinquantennio, si caratterizzato per la presenza del pino domestico e cipressi, mentre a livello di specie autoctone sono presenti il leccio, la quercia, l’ontano, l’acero. Il sottobosco oltre che per la presenza di fragoline, more, mirtilli, ciclamini, viole, gigli, ecc., si cratterizza per la presenza di numerose specie d’orchidee. Nonostante che le continue modifiche apportate dall’uomo hanno influito sull’habitat naturale, qui vivono molti animali selvatici: scoiattolo (qui presente nella versione meridionale dalla folta pelliccia nera), volpe, tasso, riccio, talpa, fama, donnola, puzzola, lepre, moscardino e numerosi muridi. Presenti in buon numero anche alcune specie di rettili.