L’alto medioevo
Tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., dopo uno hiatus di circa due secoli, il territorio venne caratterizzandosi per la presenza di fattorie/ville, i resti di una delle quali sono stati rintracciati in località Santu Janni [SPADEA], all’interno di una più vasta area comprendente le località di Arieste e Civitanova, (Tirioli veteris). Nel corso dell’Altomedioevo, sulla cima di Monte Tiriolo venne costruito, a protezione dei choria sparsi sul territorio circostante e dei possedimenti fertili posti lungo le pendici dei Fiumi Corace ed Amato, un kastron che dovette essere frequentato stabilmente, vista l’accuratezza dei sistemi costruttivi, le numerose abitazioni in pietrame e le cisterne per la raccolta delle acque piovane. Nei primi decenni del IX secolo il Mediterraneo e l’Italia meridionale furono interessati da continue scorrerie portate dai Saraceni, che almeno all’inizio ebbero il carattere episodico del saccheggio e della razzia di uomini. Secondo la Cronaca siculo-saracena di Cambridge, nel 929-930 il condottiero Sabîr un rinnegato di stirpe slava, percorse l’Italia meridionale ed «assalì in persona la Calabria per la terza volta e prese una rocca chiamata T.r.wl.h [Terioloi (Teriolo) nel testo greco] e raccolse dodicimila prigioni» [COZZA-LUZZI]. Al momento della conquista i Normanni fondarono nuove città, ma essi furono, soprattutto, costruttori di castra, tra cui quello di Rocca Falluca, che Goffredo Malaterra denomina Roccam. Successivamente prese e conservò il nome di Ugo (o Ugone) di Falloc, conte di Catanzaro, feudatario nel 1077, cui successe il Mihera. Nel 1088, Adamo seguendo l’indole ribelle del padre, riprese la lotta, ma venne sconfitto da Rodolfo (o Rao) di Loritello e da Ruggero I conte di Sicilia. Al Loritello spettò Catanzaro, Badolato ecc., mentre Tiriolo e Rocca Falluca vennero concesse a Guglielmo d’Altavilla, fratello di Rodolfo. Nei primi anni della conquista normanna il nucleo centrale della vita militare ed amministrativa rimase concentrata nel castrum di Monte Tiriolo, per poi essere trasferito manu militari sul colle dove sorge il centro storico, già frequentato in età bizantina, caratterizzato da una minore asperità e dalla presenza di acque sorgive.